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domenica 3 marzo 2013

Vowels - Hooves, Leaves And The Death/As December Nightingales

#PER CHI AMA: Atmospheric Black, Negura Bunget, Abruptum
Non ho idea se conoscevate i Vowels in precedenza, ma sono cambiati e tanto anche. E come sempre accade nel metal, è tutta colpa dei synth. In questa nuova avventura dei Vowels però, non troviamo una mutazione solo in campo sonoro, ma anche compositivo, che continua sulla scia di "Hooves, Leaves And The Death" già pubblicato in precedenza, ed ora riproposto con una post-produzione qualitativamente più elevata, e quindi meno true. Partiamo dicendo che i Vowels si sono lasciati alle spalle tutto quel bagaglio che li collegava a sonorità avantgarde e al black metal più grezzo. Ma partiamo ancora prima, quando in centro a Vicenza, in una buia notte mi sono addentrato in un parcheggio dove ad attendermi c'era una tetra figura incappucciata, ovvero il cantante dei Vowels che mi aveva dato appuntamento per la consegna dei dischi appena giunti dalle gelide steppe dell'est Europa. Vi invito già ad acquistare il loro doppio EP perchè questa prima tiratura ha un elevato livello di neri dovuto ad un difetto di stampa, quindi quando saremo anziani e ce la racconteremo al bar, potremmo vantarci della nostra rarità discografica. Per farvi capire quella notte il cd sembrava tutto nero e neppure con l'ausilio della luce in macchina si riusciva a capire l'artwork, dovetti infatti aspettare il giorno per capirne qualcosa. La prima parte del disco si apre con l'evocativa "Wolves Eating the Sun", la cui struttura compositiva si basa principalmente su un crescendo sonoro, con vari pattern strumentali che si accavallano creando un effetto ipnotico e travolgente; chiave di queste composizioni sono le chitarre che giocano con tremolo picking e compulsivi sostenuti da una forte distorsione e riverbero. L'inedito "As December Nightngales" è la song che preferisco ed ha solo un problema a mio avviso: troppi silenzi e poca musica, essa vira verso la tranquillità e la quiete musicale, le canzoni si fanno più brevi ed eteree, aggiungendo nuove sonorità alle composizioni del combo vicentino, che finisce per lasciare di stucco con le sue uscite stilistiche. Un lavoro molto particolare che cattura dal primo all'ultimo secondo, disperdendo i sensi e la ragione, grazie ai suoi picchi di volume, i synth usati eccezionalmente e le pragmatiche stereofonie. Buy and die! (Kent)

(Sun & Moon Records)
Voto: 90

http://www.vowels.it/

venerdì 22 febbraio 2013

Atman - L'Assassì de Venus

#PER CHI AMA: Black Metal, Abigor, Abigail Williams
Questa band arriva dalla Spagna o meglio dalla Catalogna (da non confondersi con l'omonima alternative rock band italiana) e questo album in cui cantano in catalano, rappresenta il loro quarto lavoro, stampato anche in vinile da “Ishtadeva Vynil Productions” (che ne ha prodotto un altro nel 2011 di cui potete ascoltare due brani sul loro space) e dalla Sun Records & Moon nel 2009. La musica attinge a piene mani dal più classico e maligno black metal, senza fronzoli, violento, tirato con voce stridente e arrabbiatissima, rallentamenti d'atmosfera sulfurei e rarefatti, ricchi di pathos e tristezza ma sempre durissimi. Sei brani per un totale di trenta minuti di attacchi ferali, taglienti, mai banali. La band è sempre sul piede di guerra e non molla mai, creando un campo magnetico che rende l'ascolto assai vitale. Il tutto ruota sui riff di chitarre perennemente presenti, un muro di suoni “zanzareschi” molto curati, pregni di melodia, atti a fondere rabbia e depressione in un unico grido di dolore. Bisogna attendere la quinta traccia dal bel titolo di “Quan la lluna Sent Nostalgia” per ascoltare la prima parte arpeggiata, per poi lasciar posto alla cattiveria, ma in questo brano dall'iniziale ed inedita cadenza rallentata ci rendiamo conto ancora una volta che gli Atman non sono una delle tante band clone ma una autonoma entità con idee ben chiare e capacità sopra la media. Il cd si chiude con “Llunny del Corriol” che non saprei tradurre ma che ci regala un tocco di classe nel genere in questione, sicuramente il mio brano preferito sia per la velocità che per la prestazione vocale che qui dà il meglio di sé in potenza espressiva e cattiveria, uno screaming con i fiocchi! Alla fine “L' Assassì de Venus” è un gran bel lavoro carico di tensione e rabbia, molto vicino a certi ottimi lavori di Abigail Williams anche se con un taglio più freddo e tagliente come lo stile dei migliori Abigor. (Bob Stoner)

(Sun & Moon Records)
Voto: 80

http://www.myspace.com/atmancatalunya