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martedì 12 novembre 2019

N█O - Isolates

#PER CHI AMA: Black/Death
I N█O mi avevano piacevolmente colpito quando esordirono nel 2017 con il loro 'Adrestia'. Tornano a distanza di un paio d'anni con un EP, giusto per dire ai fan che la band ucraina è viva e vegeta e che sta lavorando a qualcosa di nuovo. La proposta del terzetto di Kiev prosegue sulla scia del debut con un post-black condito da contaminazioni post-metal. Se l'inizio di "Void" parte in sordina con un approccio mid-tempo, a metà brano la band scalda i motori, ingrana la quarta e inizia a pigiare sull'acceleratore con una bella scorribanda di oscuro post-black. I nostri sono imprevedibili, e forse per questo li avevo apprezzati, cosi a fronte dell'accelerata, assistiamo anche ad una bella frenata con tanto di testa a coda incluso, ossia un break acustico a cui fanno seguito le classiche melodie glaciali dell'ensemble, su cui vanno a piazzarsi le grim vocals del buon Andrey Tkachenko. Poi è solo una cavalcata verso l'infinito a chiudere questo primo pezzo. "The Room" è un angosciante intermezzo semi-acustico che ci conduce a "Dreamcatcher", una song che parte ritmata e prosegue con il medesimo piglio almeno fino ad un minuto dalla fine, quando gli strumentisti ucraini si scatenano per l'ultima furiosa scarica metallica. 'Isolates' alla fine non è altro che un discreto antipasto per tenere a freno gli appetiti voraci dei fan della band ucraina. (Francesco Scarci)
 
(BloodRed Distribution - 2019)
Voto: 65


https://bloodreddistribution.bandcamp.com/album/isolates

giovedì 30 luglio 2015

Daemonium – Имя Мне Легион

#PER CHI AMA: Black Metal, Belphegor, Marduk
La giovane formazione ucraina dei Daemonium (nata nel 2011) arriva al debutto discografico e non sbaglia il bersaglio, sfornando un album convincente (uscito nel 2014), 'Имя Мне Легион' (sta per "My Name is Legion"), dai tratti ben delineati e carichi di energia. Certamente la vecchia guardia del black metal scandinavo, quello anni novanta per intenderci, trova un degno seguace nel progetto Daemonium che prepotentemente mette la dotata, gutturale e violenta voce del batterista Tenebrath, davanti ad una schiera di riff tritatutto che fanno tabula rasa su tutto, dopo il suo ascolto. L'uso della lingua madre non mi lascia grosse possibilità nella comprensione dei testi, ma la malvagità con cui vengono esposti nel quarto brano dal titolo "Тёмный гений" e nel quinto "Пристанище зла" è davvero magistrale. Il tono epico e l'intensità, unite ad una velocità folgorante del drumming, esaltano un songwriting da mainstream del genere. Un'atmosfera lacerata in costante equilibrio con la melodia, dona poi all'intero lavoro una sensazione di credibilità esaltante che, in concomitanza ad una produzione moderna, potente e di ottima fattura, eleva l'album dalla massa delle realizzazioni anonime. La band formata da Tenebrath/vocals, batteria – Storm/chitarre, samples – Inferatu/basso, ne esce rivitalizzata e pronta per accedere all'olimpo degli dei neri, grazie a un tocco di personalità inaspettato, considerando la forte influenza del black metal old school. Mi piace accostarli, anche solo per attitudine sonora, ai Belphegor, per il suono corposo e moderno, una visione classica del black rinvigorita da soluzioni stilistiche moderne, dove tutti gli strumenti si ascoltano a dovere e l'insieme di voce e suoni lavorano per creare cavalcate epiche, drammatiche e potenti, senza mai perdere l'orientamento musicale, senza cadute né lacune. Un monolite di malignità carico d'atmosfera, senza forme barocche inutili e pretenziosi virtualismi sterili, solo uno splendido impatto, marziale, gelido e curatissimo. Sette brani più due bonus: una versione ambient di "Пристанище зла" e "Изувеченный", song dal fascino perverso e crudele, adatte ad una colonna sonora di un film di Herzog. Trentotto minuti lodevoli racchiusi in un digipack dall'artwork notevole nelle foto e nei testi (rigorosamente in lingua madre) licenziato via BloodRed Distribution. Ottimo album, decisamente un debutto esaltante! (Bob Stoner)

(BloodRed Distribution - 2014)
Voto: 80

venerdì 1 maggio 2015

Chapter V:F10 - Syndrome

#PER CHI AMA: Black/Doom, Dissection, primi Katatonia
Seguo Astaroth Merc e i suoi Raventale, sin dal debut album del 2006. Da allora sei lavori all'attivo per il musicista ucraino. È dal 2012 però che se ne sono un po' perse le tracce e oggi finalmente il mastermind di Kiev torna a dar segno della sua esistenza con un nuovo progetto, i Chapter V:F10. D'accordo il nome lascia un po' a desiderare, ma badiamo al contenuto di questo 'Syndrome'. Si tratta di un album di sei tracce, edito dall'etichetta BloodRed Distribution, in cui Astaroth Merc trova un nuovo fido compagno alle vocals, tal Howler. Andiamo ad immergere quindi le nostre orecchie nel demoniaco sound della neonata band ucraina. Si parte con le graffianti chitarre di "Progression" e il turbinio sonoro creato dall'impatto feroce dei nostri è una sorta di armageddon sonoro che inghiotte tutto ciò che lo circonda. I ritmi sono convulsi, le chitarre acuminate e le screaming vocals diaboliche. Echi di Dissection e Unanimated trovano ben presto conforto in un approccio un po' più pacato che accenna ai Katatonia di 'Dance of December Souls'. Che ne dite, vi interessa la proposta? A me sinceramente parecchio, ma si sa che io sia un nostalgico di quelle sonorità, in bilico tra una brutalità sopraffina e una marea intrisa di malinconia. "Reclaim" conferma l'approccio black doom dell'oscuro duo, con ritmiche nere come la pece e un cantato malvagio. Basta l'inizio di "Nectar" a mettermi i brividi per il suo incontenibile impeto sonoro e le sue linee melodiche da incubo, cosi come per la sua divampante carica energetica, che automaticamente la eleggono mia song prediletta dell'album. La furia prorompente dei Chapter V:F10 dilaga in "Hollow", traccia dall'incedere aspro ma che mantiene comunque inalterata la melodia di fondo che costituisce la matrice sonora dei nostri. "Mercury" è ancor più orientata al versante death metal con una ritmica infernale che solo nelle taglienti chitarre in background, mantiene inalterato il suo legame con lo swedish black metal. Il risultato è decisamente accattivante anche quando i due indiavolati toccano vertiginose velocità corredate da un drumming stile contraerea degna dei cieli di Bagdad durante la guerra del Golfo. Il disco sembra non trovare sosta e anche con la conclusiva "Ending", si tornano ad esplorare i meandri del miglior black doom "katatonico", sebbene in una versione strumentale. Che altro dire se non suggerirvi l'ascolto di 'Syndrome', gran bel lavoro dei Chapter V:F10. Ben tornato Astaroth! (Francesco Scarci)

(BloodRed Distribution - 2015)
Voto: 80

https://bloodreddistribution.bandcamp.com/album/syndrome