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lunedì 6 marzo 2017

Zorndyke - Witchfun

#PER CHI AMA: Thrash/Death Old School, Nunslaughter
A distanza di quattro anni da 'On Mayor Altar's Edge' tornano gli Zorndyke con quest'ultimo 'Witchfun'. Ultimo non tanto perché sia la loro ultima release discografica, ma perché effettivamente si son sciolti dopo la sua pubblicazione. Leggendo il booklet c'è un certo sentore di un disco d'addio, con i lunghi tempi di (de)composizione e produzione dell'opera, i saluti ai dimissionari della band i quali hanno contribuito alla creazione del disco, e le foto delle loro numerose avventure. Ma c'è stranamente anche la presentazione di due nuovi membri e questo lascia uno spiraglio di incertezza (nonostante in Encyplopaedia Metallum sia cambiato lo status in "split-up"). Parlando di cose più concrete, la sensazione e gli umori, che emana la band padovana non sono cambiati nel corso del tempo, anzi probabilmente si sono resi leggermente più cupi con quest'uscita. L'artwork a matita rappresenta al meglio la musica fetida che i nostri propongono, e i titoli delle tracce sono tutti riconducibili al fare occulto e alla stregoneria di diversi immaginari. "The Brown Jenkin" è la bestiola della strega Keziah nel racconto 'I Sogni della Casa Stregata' di Lovecraft, "Osculum Infame" è il saluto rituale al demonio, mentre la traccia di apertura non poteva che essere "Haxan", come l'omonimo film-documentario svedese sulla stregoneria che negli ultimi anni è stato saccheggiato da un notevole numero di band, soprattutto in ambito doom. Essa è un'introduzione lenta, pesante con accelerazione thrash, tutto il contrario della potenza che fuoriesce dalle successive "Ten Thousand Needles" e "Reavers Of Their Eternal Sleep", che accennano ritmiche veloci e selvagge con sonorità classiche stile speed/thrash anni '80. Queste sonorità hanno prevaricato la componente crust punk del precedente lavoro, componente che non manca nemmeno in questo lavoro ma che risulta decisamente meno marcata. Il disco si alterna così tra suoni oscuri e produzione pessima, sfuriate death, cavalcate crust e puntatine chitarristiche thrash. "Be Bewitched" è la prova principe della violenza di questa band, in cui la voce mostra spasmodici cambi tra growl e scream ed insieme alle ritmiche furiose, dispensa inattesi sberloni sonori. L'ultima "Unctorial March" è forse il punto più alto di questa stregoneria con il suo sviluppo e il suo trasudare sulfureo. Come dico spesso, il ritorno a sonorità vecchia scuola ha creato tante band valide e altre un po' meno, il che contribuisce a distinguere i musicisti dai perditempo. Io sono il primo che non sopporta la semplicità, ma in certi casi la si può trascendere, e qui la conclusione è univoca: attitudine. Musica veicolo di bestialità, musica non curante del resto, musica per suonare e godere del suonare. E se non ci sono questi prerequisiti non c'è metal estremo vecchia scuola. Cari saluti ai Zorndyke. (Kent)

(Baphomet in Steel - 2016)
Voto: 65

https://www.facebook.com/ZORNDYKE-53181357269/

giovedì 20 marzo 2014

Ars Goetia - Servants Of Void

#PER CHI AMA: Old school black metal, Mayhem, Celtic Frost
Il black metal è un genere poco fantasioso ma certamente ampio, tanto che usualmente lo si identifica solo nella sua accezione della second wave tralasciando le radici thrash. I padovani Ars Goetia invece sono riusciti ad andare più indietro rispetto alle altre band che cercano di emulare, spesso con risultati deludenti, le icone del genere. Se solitamente le influenze o i plagi sono di band storiche come Darkthrone, Marduk o Burzum (per fare degli esempi profondamente differenti tra loro in modo da ampliare il raggio di possibili richiami), i nostri presentano un sound non votato alle gelide lande a cui solitamente facciamo riferimento, ma più ad una forma primordiale tipica dei primi lavori di gruppi fondatori come Mayhem, Bathory, Celtic Frost o Sarcofago, quando etichettavano la loro musica come "deathrash". La composizione è difatti minimale, sporca, non c'è millimetrica precisione ne elevata velocità ma solo oscurità e rabbia, la title-track all'apertura del disco ne è la prova, come la successiva "The Witch of Endor" mentre le tracce più rappresentative che scavano nelle radici musicali del genere toccando l'hardcore, punk e il thrash si trovano nella seconda metà del disco, come "Virgin Prostitute" e "Crusted Blood". Quello presentato dai nostri blacksters è un prodotto originale che emerge dal piattume "wannabe black metal", il quale purtroppo rovina questo genere culto generallizando tutti i loro adepti. L'unico lato negativo di quest'opera potrebbe essere la mancanza di mordente e la staticità della composizione, che nonostante un songwriting schietto ed old school rischia di annoiare a causa del minutaggio del disco. Ad ogni modo missione compiuta Ars Goetia! (Kent)

(Baphomet in Steel - 2013)
Voto: 70

lunedì 10 febbraio 2014

Zorndyke - On Mayor Altar's Edge

#PER CHI AMA: Death Metal, Crust Punk, Autopsy, Doom
Rimango piacevolmente sorpreso dall'ascolto di questo 'On Mayor Altar's Edge', confesserò che ancora adesso non ne sono attratto e non è in assoluto il mio disco preferito da ascoltare ma riconosco che i Zorndyke sono una di quelle rare band che riescono a trasmettere l'essenza di un genere. Già dall'artwork a matita in bianco e nero, quest'opera emana quella malefica aura che si avverte nei concerti organizzati in venti metri quadrati, di birra stantia e di menefreghismo verso la società; il gruppo padovano riesce a concialiare il death metal di Autopsy e Obituary insieme al crust punk classico di Anticimex e Doom, in un'alchimia sonora che solitamente va a braccetto più con il black. Le prime tracce "Meine Schwarze Flügeln" e "Sledgehammer Murderer" sono un'apertura al fulmicotone per introdurre la proposta del gruppo, che con una produzione lo-fi e pochi tecnicismi, riesce a scatenare l'inferno. In medio stat virtus, e così nel mezzo giacciono le due tracce migliori: "Horde Of Primal Chaos" e "Chamber Of Bones", la prima lenta e potente, presenta i primi accenni di un basso che si muove bene nelle quattro corde, con delle chitarre che accennano ad una velata melodia in fase di chorus; mentre la seconda è in assoluto la traccia più violenta del disco con un'apertura in blast beats che si alterna a momenti decadenti, sfociando poi nel crust delirante con cavalcate d-beat. La chiusura con "Decomposing Alive" vede una sterzata maggiormente primordiale e punk oriented con riff minimali, urlato grindcore e tanta velocità. In definitiva si tratta di un disco più che buono, con un riffing poco accattivante e a tratti opinabile a causa di sonorità maggiori (d'altro canto anche i Morbid Angel hanno scritto "Kingdom Come"), ma decisamente in grado di offrire un'ottima atmosfera per tutti i veterani di sonorità old school non solo del metal ma anche del punk. (Kent)

(Baphomet in Steel - 2012)
Voto: 70

http://www.facebook.com/pages/ZORNDYKE