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Live Report: Horna at Carlito's Way


Horna + Blacklodge + Tortorum + Whiskey Ritual + Stigmhate 
@ Carlito's Way (Pavia) - 27/09/2012

Reduci da non-so-quante-ore di macchina e di divagazioni campestri giungiamo al Carlito's Way nel tardo pomeriggio, per la data organizzata dalla Nihil Productions. Nel locale si respira già la puzza di black metal, mentre fuori invece si vedono le persone affette dal genere, come fossero colpiti da una malattia in stato terminale. E' giovedì, le aspettative di pubblico sono basse, nonostante sul palco si esibisca una band storica come gli Horna. Inizialmente dovevano prendere parte al tour gli Hell Militia, ma purtroppo hanno dovuto disdire e si sono infiltrati i compagni Blacklodge, delle persone fantastiche a mio parere (il chitarrista aveva la felpa dei Diapsiquir e questo dice tutto). Si comincia presto data l'elevato numero delle band, e i piccoli opener, sacrificati per l'evento, suonano davanti a poca gente. I primi a testare il palco sono i vicentini Stigmhate che aprono le danze con un black metal in pieno stile swedish, con una scaletta che ripropone anche tracce del primo album. Performance statica ed impeccabile la loro, che riempie il Carlito's Way con il suo muro di suono e le melodie naglfariane e in stile Dark Funeral. La seconda band è rappresentata dai Whiskey Ritual, combo conosciuto nell'underground italiano, a causa delle sue gioiose sferzate black'n'roll. Presentano il suo nuovo album, "Narconomicon", che a mia sorpresa suona più marcio di quanto pensassi; mi ero profondamente preoccupato ascoltando il promo in rete che dava segni di un'elevata serietà. In ogni caso, hanno fatto una grandissimo spettacolo, e se siete tra i pochi che non li ha ancora visti e vissuti a qualche live, vi consiglio di rimediare in fretta.
Passiamo ora alla carovana dei gruppi che girano per l'Europa portando con sé la fiamma nera, le tuniche scure, l'odio satanico e via dicendo. I primi sono i Tortorum dalla Norvegia, una grande presenza scenica, con tanto di pali infiammati di fianco alla batteria, un songwriting mediocre ma molto potente e sopratutto dei suoni orripilanti (per dirla positivamente). Comunque un bello show, minimale e preciso. I secondi sono i Blacklodge dalla Francia con il loro industrial black. E qua il locale si è trasformato in una discoteca, l'audio era a volumi esorbitanti e i suoni volutamente ricercati, creavano una saturazione uditiva fuori dal comune. Non sono riuscito a resistere per tutta la durata dell'esibizione perchè l'act transalpino mi ha danneggiato profondamente il cervello (come se non lo fosse prima eh), provocandomi un mal di testa che mi è durato fino al giorno dopo. Un grande handicap per la band francofona sta nella drum machine che li priva di una importante presenza, avendo solamente tre componenti in fila sul palco, anche se devo dire sinceramente che il copri avambraccio con le siringhe al posto delle borchie del frontman, ha valso la mia presenza alla serata. 
Finalmente silenzio. Se si può dir così dato che sono sicuro che l'udito di tutti i presenti ha subito un trauma. Intanto l'aria si carica di elettricità e il popolo del metallo nero che è giunto al Carlito's Way, si eccita come una sedicenne al concerto della sua rockstar preferita. Poco a poco si infoltisce il locale e siamo tutti davanti al palco ad aspettare gli Horna. Un live incredibile per sintetizzare. Oltre la sorpresa che siano riusciti a suonare quasi decentemente dato che non gli ho visti far altro che bere e fumare per tutto il tempo (ma non preoccupatevi, hanno avuto più di qualche momento di defiance), nonostante avessero dei suoni migliori che da cd. Lo so che ci vuole poco, ma è comunque una grande soddisfazione capire cosa suonassero. Mi ha stupito il bassista, con la sua tecnica superiore alla media, per un gruppo black (non si limitava a zappare), ed ovviamente anche Shatraug con la sua impeccabile esibizione. Corvus alla voce rimane però l'idolo della serata: coperta la sua nudità solo da uno straccio nero, che a fine canzone non mancava mai di inzuppare di birra, si dimenava per il palco brandendo un rosario con grandi grani rossi e un'enorme pentacolo in coda. Una voce spaventosa, con pochissimi attimi di cedimento la sua, che mi ha impressionato indelebilmente insieme alla sua particolare presenza scenica. In sostanza un bel live: a mio parere troppe band per un giovedì sera ma è andata bene lo stesso, a parte l'udito perso... (Kent)

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