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Live Report: Sun Valley Metalfest


Live Report: Sun Valley Metalfest (Gallio, VI) – 30/06/2012
9:45. Questa è l'ora in cui la sveglia mi trapana il cervello, e come uno zombie mi preparo alla partenza per uno dei festival metal più attesi di ogni anno. Tecnicamente è il primo anno di vita di questo festival, ma da dodici anni esisteva il Sun Valley In Rock a Caldes (TN). Il ritrovo è alle ore 10:30 per partire verso la Valbella con i Joyless Jokers. Dopo numerosi contrattempi arriviamo alla location verso mezzogiorno e mezzo, ignari di quello che sta per accadere. Già rattristato per la dipartita dei Game Over (a causa del classico ricatto lavorativo mi diceva il frontman, Reno), un altro gruppo si trova impossibilitato ad esibirsi, i mantovani Rude Forefathers. Si ritarda di poco l'inizio e si traslano di mezzoretta di gruppi intermedi in modo da non sfaldare il running order, ma il problema sorge quando un chitarrista dei Lunar Explosion, chiamati a sostituire i Game Over, si trova indisposto a suonare a causa di un malore.

Gli Acheode intanto hanno cominciato a suonare, dominando il palco e non lasciandosi scoraggiare dal poco pubblico, giunto a supportare anche le prime band nonostante l'ostico orario. Con una carica invidiabile a pochi gruppi intrattengono a colpi di mathcore brutale l'arena del SVM presentando il loro debut-album “Anxiety”. La scaletta ormai è saltata però, si decide di anticipare i Joyless Jokers alle 14:20 per non far attendere troppo il pubblico che a poco a poco si recava sotto il palco. Opener della giornata di sabato della scorsa edizione, quest'anno per i Joyless Jokers doveva essere l'avanzamento di grado nel bill del SVM, sfortunatamente anche questo giro si son trovati a suonare presto, non riuscendo ad esibirsi davanti alla maggiorparte degli spettatori. Il loro show come sempre è micidiale e riesce ad infervorare le decine di presenti sotto il palco. Il concerto è il migliore delle loro ultime date, probabilmente perchè Jader ai cori urla e parla più del solito mentre Rudy e Michele alle chitarre saltellano come capretti in giro per il palco. La band presenta integralmente la loro ultima fatica “Taste Of Victory” e da sopra il palco mi pareva proprio che il pubblico apprezzasse. Mentre smonto la backline dei JJ, le nuvole si diradano, lasciando che il sadico calore solare immerga la Valbella (mi sono scottato le braccia perfino, non avete idea delle eresie).

Sul palco salgono adesso gli ScareCrown, non penso che questa band abbia bisogno di presentazioni essendo nel panorama musicale da quasi una decade. Già incontrati tempo addietro al SVM On The Road 2, codesti musicanti sono dei professionisti del live e catturano immediatamente il pubblico tramite la loro presenza scenica e presentano alcune canzoni del futuro album. La singer Antonella canta perfettamente nonostante il continuo movimento sul palco (scalza pure, la migliore) e il chitarrista Andrea sa come coinvolgere gli spettatori incitandoli. Intanto io e i Joyless Jokers veniamo raggiunti da Gillo e Chicco dei Kill The Klown (opener assoluti del SVM) ed andiamo a riempirci di birra.

Dopo l'esibizione degli ScareCrown vado ad accogliere (involontariamente) i Kani che arrivano nel backstage pronti per suonare. Sconvolto dalla loro nuova linea di magliette colorate, mi offrono qualche goccio di whiskey (con il caldo è meglio idratarsi) e mi preparo al loro show.
I Kani sono una delle varie realtà di Vicenza, che insieme a poche altre band hanno saputo distruggere il muro che li conteneva nella provincia per approdare verso un consenso più ampio in Italia e all'estero. Ma fanno rock, quindi il discorso è diverso. Il loro show come sempre è apprezzato dai presenti, è la band musicalmente più leggera della giornata ma grazie ai loro ritmi frenetici riesce a farsi apprezzare dal pubblico più metal.

Neanche il tempo di scendere dalla macchina che gli dicono di salire sul palco. A causa dei gruppi mancanti gli Asgard si sono trovati ad essere arrivati appena in tempo per suonare. Conosciuti al SVM On The Road 1 questa giovane band da Ferrara propone uno speed metal in tipico stile anni 80, oltre che per il suono per i pantaloni in spandex (stima assoluta). La loro performance è impeccabile, inseriscono anche la cover degli Agent Steel “Unstoppable Force”, ed il pubblico agonizzante sotto il sole approva puntualmente le sonorità vecchia scuola. Intanto è giunta l'ora per me di andare a saccheggiare le bancarelle dei cd, le scatole da 5€ a disco contengono sempre delle opere monumentali, le altre scatole invece hanno sempre band troppo mainstream, e quindi poco metal. Ed anche questo giro, imprecazioni per il mancato ritrovamento di band ambient/post-black/crust eco-socialiste vegane.

Improvvisamente la mia ricerca di dischi si interrompe all'ascolto di suoni poco convenzionali dal palco. E' il turno dei Krepuskul, band dalla Romania che ci inquieta con un death metal a tratti thrash con pesanti influenze conga e salsa. Non sono ironico eh. Le ritmiche danzanti invadono l'area del Sun Valley creando momenti di imbarazzo musicale misto a parti di metal sfrenato. Sorgono però dei problemi durante l'esibizione, una corda di basso si rompe (lo so, unbelievable) e la pedaliera della chitarra va a colpi, ma nonostante ciò lo show viene salvato da una notabile performance di Alex da dietro le pelli. Cambio palco. Birra. Vado a salutare gli Asgard e chiaccherando con Rudy (il batteraio) approposito di quanto siano simpatici i Stratovarius, mi informa che i FolkStone sono saltati a causa di un incidente in autostrada. Amareggiato per l'ennesimo gruppo saltato mi preparo sotto il palco per la prossima band.

Finalmente tocca a loro. Cinque loschi figuri da Verona salgono tutti carini e ben vestiti sul palco del festival. Sprovvisti di tenuta estiva, sfoggiano gagliardi i loro completi clericali, inondando il pubblico di sinfonica malvagità. Sì, sto parlando dei Riul Doamnei se non ci siete arrivati. Per chi fa tanto il blackster moderno e non conosce i Riul Doamnei gli consiglio di darsi fuoco. E se andate a cercavi qualcosa su di loro su Gugol o Iau capirete perchè. Comunque. E' la massima affluenza di pubblico prima che scendano le tenebre e la band, come è solita fare, dona un immenso spettacolo al Sun Valley con i riff agghiaccianti, le grandi orchestrazioni, gli stendardi, le vestigi, le fontanine dell'acqua santa in cartapesta, e perfino con il loro extreme black death symphonic thrash gothic metal. Sotto il palco siamo tutti a urlare fa-ti-ma e far finta di saper cantare come Sakis. Insomma, fantastici come sempre e con un pubblico coinvolto come pochi.

Adesso dovevano esserci i Necrodeath. Cioè. Riul Doamnei + Necrodeath era troppo bello per essere vero. Invece vedo che Peso sta tranquillo nel gazebo del backstage e mi sorge qualche dubbio. Difatti c'è il giovine Davide che smanetta sulla batteria e il banner degli Skanners che si alza dalle quinte. Evvabene, godiamoci gli Skanners. Mi piazzo in prima fila con Dario dei Menace (dovevano esibirsi anche loro al festival ma purtroppo non ce l'hanno fatta) ed assistiamo al solito concerto perfetto della band bolzanina. Il frontman Claudio non sta bene, febbre e mal di gola lo attanagliano, ma nonostante ciò fa un concerto da paura. Ora che ci penso, ogni volta che vedo gli Skanners Claudio sta male, e quando i miei conoscenti vanno a vederli invece sta bene. Ma penso sia una buffa coincidenza (forse). Per il resto la band è in grande spolvero. Speravo che lo spettacolo si chiudesse con “Rock Rock City” ma “Hard And Pure” va bene lo stesso.

Oh, ecco dai. Mi preparo psicologicamente che stanno per iniziare. Di gente ce n'è poca, ma spero che sia un pubblico decente almeno. Il brutale ringhiare di un cagnolino e il fumo colorato dalle luci gli introducono. A decine si riavvicinano al palco ed uno alla volta salgono sul palco i leggendari Necrodeath. Come speravo sotto il palco si cominciano a muovere le genti e mi lancio nel pit. Concerto fantastico. Flegias ha una presenza scenica paurosa, ed anche grazie al gioco di luci ed al fumo riesce ad ipnotizzare la platea nei momenti più tranquilli. I classici "Forever Slaves", "Hate And Scorn", "Madre Tenebrarum" vengono cantati a squarciagola (da me, spero anche dagli altri spettatori. Durate il concerto dei Necrodeath ero in una dimensione a parte) e Pier ci regala verso la fine uno spettacolare assolo come se ne vedevano negli anni migliori del thrash. Estremamente galvanizzato dalla performance della band genovese, me ne torno a tranquillizzarmi nel backstage dove ritrovo i Joyless Jokers (e sinceramente non ricordo quando li avevo persi l'ultima volta). Vengono anche presentati come band vincitrice del concorso per l'endorsment con la Dean Guitars e lasciano spazio agli Extrema, ultima band della serata.

Gli Extrema me li ero già subiti esattamente due anni fa a Vicenza. In quell'occasione purtroppo non ero riuscito ad apprezzare completamente lo show e la musica (ero sempre nel moshpit) ma questa volta mi ancoro alla transenna centrale e assorbo ogni secondo del live. Ci son varie cose di cui potrei parlare su di loro ma mi limito a dire che han fatto proprio un bel concerto. Tommy saltella giosamente in giro per il palco e GL intrattiene perfettamente il pubblico, anche se ogni tanto si dilunga eccessivamente nei discorsi. La band sembra in forma smagliante e la platea apprezza caldamente scatenandosi nel moshpit e cantando le tracce del combo milanese. Sono stato sorpreso dalla loro esibizione nonostante non sia un amante del genere (sinceramente non sono un amante di quasi tutti i generi della giornata).

Non so che ora sia fatta, i Joyless Jokers mi hanno abbandonato prima degli Extrema e per fortuna il buon Dario è così gentile da accompagnarmi in città.
In conclusione, è stato un gran bel festival. Suoni spaventosi, band professionali, una location enorme e immersa nella natura, il tempo favorevole. Zona cibo-alcool perfetta e prezzi delle consumazioni non lucrosi come nei “migliori” festival italiani, dove Ozzy DJ colmava il vuoto del cambio palco dei gruppi con il meglio dell'heavy metal. L'unica pecca come al solito, è stata la poca gente. Invece di contenere migliaia di partecipanti solo 200-300 anime si aggiravano nell'area del concerto. (Kent)