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Live Report: Prehistoric Pigs + Bleeding Eyes + OJM + Crowbar

Data e luogo: 20/06/14 – Altroquando, Zero Branco (Treviso)

Avevo sempre sentito parlare dell'Altroquando per una serie di eventi correlati alla GoDown Records, in primis il Maximum Festival, e finalmente mi è capitata l'occasione irrinunciabile per venirci: i Crowbar. Visti due anni fa al Brutal Assault, ero estasiato all'idea di vederli nuovamente in un ambiente più "intimo", cosa che la location è per certi versi, in quanto provvista di un palchetto esterno in giardino e uno interno al locale.
Causa motivi di forza maggiore, io e i miei compagni di viaggio giungiamo in ritardo rispetto l'inizio della manifestazione, perdendoci completamente i Prehistoric Pigs e riuscendo a goderci solo parte del concerto degli OJM che infiammano il palco con il loro stoner frizzante, velato di psichedelia. Giocano in casa, si vede e si sente, è una band che nel Veneto ormai è un'istituzione, fautrice di un rock'n'roll carico e senza fronzoli, un groove dal sentore desertico atto a scaldare l'animo delle genti.
Durante il cambio palco mi accingo a scoprire le attrattive del locale, ovvero i rappresentanti di band giunte da un po' tutta la zona, i soliti loschi figuri che si aggirano nei concerti, e una fauna estranea facente parte degli euforici Carcharodon (per chi non li conoscesse, gruppo southern death metal ligure) che a causa di vicissitudini legate al lavoro e al rapporto con la band statunitense, si trova da queste parti.
E' tempo ormai dei nostri amati amici della Louisiana, e alle prime note di “Conquering” i fedeli si raccolgono frettolosamente sotto il palco cominciando a muovere le teste e inneggiare i primi gridi di giubilo. La band è tranquilla, come se si trattasse di uno show tra pochi amici; ogni due-tre pezzi i nostri si prendono qualche minuto per rinfrescarsi, accordarsi e continuare, con il pubblico della serata, seppur numeroso, resosi poco compatto a causa della eccessiva grandezza della location.
La setlist prevede tracce che escono dal primo “Obedience Thru Suffering” fino all'ultimo “Symmetry in Black”, che causano numerosi episodi di movimentazione generale, anche se di breve durata, mentre altri toccano le più profonde emozioni. L'apice lo raggiungiamo con “The Lasting Dose”, in cui ci si lascia andare in sguaiati cori.
La chiusura, anche se annunciata, è stata repentina e sterile, ringraziamenti e saluti. Lo show in totale dura all'incirca quarantacinque minuti. Un po' sgomenti per l'accaduto, c'è chi si avvia all'uscita e chi si ferma all'interno del locale per rifocillarsi o attendere l'aftershow a cura dei Bleeding Eyes, altra storica band trevigiana.
I Bleeding Eyes, per chi non frequenta il panorama underground veneto, sono un gruppo di sei elementi dedito a sonorità classificabili come psych/stoner estremamente pesanti; a me personalmente, come approccio musicale, ricordano molto i Kylesa. L'atmosfera che si crea all'interno del locale è cupa, con riff pedanti e liriche incendiate che accompagnano il monolitico avanzare della musica della band, che grazie a vari inserti effettistici, mantiene l'aria eccezionalmente mistica per tutta la durata della liturgia. Una setlist forse un po' troppo prolissa, che trattiene il pubblico per una bel po', fino a quando la stanchezza generale piomba sui presenti.
Mentre torniamo a casa, faccio il punto della serata e concludo che sia stata una manifestazione piacevole, non eccessivamente estrema o coinvolgente, di cui ne è valsa sicuramente la pena. (Kent)